martedì 29 gennaio 2019

At eternity's gate - come sopravvivere a se stessi


Van Gogh, Vincent. Chi si reca al cinema non può sbagliare in quel che va a trovare in questo film. Non è un biopic, anche se la storia ricalca fedelmente gli ultimi anni di vita del pittore e narra la genesi di alcune della sue opere più note.
Di quale pittore si parla, penso che lo sappiano tutti. Eccetto forse Da Vinci, le sue opere sono le più rappresentate e ricercate nella nostra epoca.

Eppure il film ce lo dice più volte: quel che stiamo osservando non è un eroe, un vincente che marcia inesorabilmente verso il suo successo. E' un fantasma che infesta la campagna francese di fine '800 mentre l'età moderna ha ormai conquistato tutti gli spazi.

Van Gogh / Dafoe (in corsa per l'Oscar come migliore attore protagonista)  brama la natura e un rapporto diretto con l'eterno e con Dio. Il personaggio rompe la quarta parete e si preannuncia agli spettatori postumi. Questa volta sì consapevolmente, anche se con il suo carico di forte inquetudine. 

Il film è notevole, l'uso dei colori, le inquadratura sfuggenti, non sono facili da digerire. Ma il regista Schabel (co-autore anche della sceneggiatura insieme a Carrière e Kugelberg ), dirige un film di certo impatto, sostenuto  dalle musiche di T.Lisovskaya.

Terminano le quasi due ore di film con la certezza che non si è detto tutto riguardo a questo personaggio della storia contemporanea e con un messaggio certamente ottimista per chi cerca nell'arte un mezzo di sublimazione e rottura.



domenica 16 dicembre 2018

Arsenale NATO

                     


Qualche anno fa era sorta una polemica intorno all'Arsenale di Messina, luogo di lavorazione e soprattutto smantellamento di navi militari nato e italiane , situato nella zona falcata (centro cittá, giá interessato da altre opere invasive come approdi, ferrovia e ex imprese). Ripubblico questo post che era rimasto in forma di bozza:


"Volevo affermare un paio di cose riguardo la discussione...

Questa questione non può essere affrontata accostandola fedelmente a quelle delle opere quali il Ponte e il Muos, che hanno la loro storia e i loro perché, che molti hanno raccontato a fondo. ---(Il ponte arricchisce i potentati mafiosi, avvilisce le comunità attraversate e li asserva alla logica delle grandi opere, senza ottenere quei piccoli e maggiormente necessari interventi).
Il Muos come raccontato da Antonio Mazzeo è tecnicamente uno strumento di guerra, mezzo di comunicazione per operazioni militari e potenzialmente dannoso per l'ambiente e la salute (la procura di Caltanissetta indagherà ed ha già messo i sigilli).
Riguardo l'Arsenale: Le leggi sono chiare e vanno rispettate. Per ora non c'è un elemento materiale che possa dimostrare un maggiore pericolo per l'ambiente di quello già esistente. In quanto da anni in quei bacini si lavorano navi con materiali pericolosi (pochi hanno protestato e fatto sit-in come ora).
Non è dimostrato che possa essere più pericoloso di quanto lo è già anche riguardo alle sue funzioni: perchè non è uno strumento diretto di  guerra. Anzi trattasi di un officina già proprietà della difesa che ha il compito di smantellare navi di guerra.

Questi i due punti sui quali insistono i "no-alla discarica", come chiamano la protesta

L'unica cosa che si può fare è sorvegliare sul rispetto delle regole per l'ambiente e la salute di chi lavora. Spostare il luogo" non risolve il problema. Il pericolo non cambia se l'origine é a Messina, a Palermo, o dentro il vulcano dell'Etna. Un eventuale danno ambientale non può essere diverso se avviene in città o in un deserto, o in una baraccopoli. Il pericolo è sempre lo stesso e contro questo bisogna sorvegliare e vigilare. Se non vogliono la nato e basta è meglio che lo dicono chiaro e in tondo e non chiamino in ballo il Ponte o il Muos. 
Riguardo l'Ilva e il dibattito sollevato tra lavoro e salute, è ovvio che bisogna essere fermi e rigidi. Il lavoro non può e non deve essere a discapito della salute. Ma se non si possono ridurre al minimo i rischi, bisogna assumersi le responsabilità e decidere se  serve o meno quell'industria. Come per tutto ció che ci circonda e utilizzaimo quotidianamente: vogliamo la macchina, allora ci serve il petrolio. Vogliamo l'acciaio allora ci servono l' acciaierie. E una comunità deve prendersi le responsabilità di tutto il ciclo produttivo qualora decida di volerlo, non può delegare ad altri gli effetti dannosi di una propria azione. Il sud nel caso dell'Arsenale non paga un costo maggiore rispetto alle industrie del nord. Messina ha la possibilità di poter ospitare questo tipo d'industria e deve sfruttarla per il suo bene.


1. Le commesse e il conseguente investimento costituirebbero una grossa occasione per risollevare uno dei pochi settori che ad oggi dá lavoro ed è fonte di sostentamento per molte famiglie. Solo nell'Arsenale si contano più di duecento dipendenti che in questo caso si tratta di salvare dalla crisi economica e del lavoro. Non è accettabile la similitudine col Ponte sullo Stretto in quanto per l'Arsenale si tratta di un industria già presente e non da fare, che vanta commesse non solo militari ma anche civili. Un possibile investimento non andrebbe solo nello smantellamento di unità militari ma anche verso una maggiore utilizzazione dei bacini a scopo civile e quindi potrebbe portare nuove occasioni di lavoro.

2. Salvo altre notizie precise, si sta parlando di costituire un centro per la dismissione di unità navali militari della Nato. Un'azione che non mi sembra foriera di violenza, né inseribile in strategie rivolte direttamente ad azioni di guerra. Le similitudini col Muos sono pretestuose, si tratta solo dello stesso committente (NATO, in cui partecipa anche l'Italia ovviamente, spiegherò nel punto 3) e della stessa terra: Sicilia. L'unico punto che potrebbe preoccupare è il non rispetto delle leggi sull'Ambiente e la salute. Il Muos, come detto prima è potenzialmente dannoso, L'arsenale lo potrebbe essere se vengono allentate le norme sulla sicurezza e vengono portati rifiuti più inquinanti di quelli che la struttura può smaltire e maggiormente inquinanti di quelli che già l'Arsenale smaltiva.

3. L'Italia, come ben sappiamo, fa parte della Nato e partecipa attivamente all'organizzazione anche in tempi di pace fornendo strutture e basi situate nel nostro territorio. Tra le responsabilità che un organismo occidentale, sia esso Stato o Organizzazioni di più Stati, ha la necessitá di avere, deve senz'altro esserci quella di affrontare in prima persona tutti gli effetti e problemi che le azioni di questo Stato o Organizzazione suscitano. E tra questi vi è senz'altro lo smaltimento di risorse e strumenti non più utilizzabili e dannosi per la comunità. Smaltire è un compito che, chi produce tali rifiuti e scorie dovrebbe assumersi attraverso leggi e risorse proprie, per garantire di non danneggiare se stessi e gli altri. Come è tristemente noto, la maggior parte delle navi vengono smaltite in paesi del cosiddetto Terzo Mondo, dove non ci sono risorse e leggi che garantiscono la salute e la sicurezza di quelle popolazioni.
Se l'Italia con la Nato decide di smaltire i propri rottami in casa propria, è una decisione ineccepibile, ovviamente se presa con tutte le cautele e leggi che abbiamo. Se non vogliamo "accollarci i rifiuti" non è certo appellandoci alle "comunità locali" che potremmo risolvere il problema. Se non si vuole pagare il costo che il far parte della Nato comporta, si manifesti a Roma contro la partecipazione dell'Italia a questa organizzazione e per la revoca degli accordi internazionali in questione."



L'Arsenale é stato recentemente oggetto di indagine e sequestro da parte delle autorità giudiziarie a causa del presunto utilizzo di materiali altamente inquinanti e pericolosi.


La Zona Falcata continua ad essere usata prevalentemente per scopi industriali e militari. Nel 2016 sorge una villetta (Parco Don Blasco) in un'area precedentemente interessata da un accampamento Rom.




mercoledì 4 dicembre 2013

Gli articoli dei giornalisti di musica rock sono scritti da gente che non sa scrivere, che intervista gente che non sa parlare, per gente che non sa leggere [1].

Frank Vincent Zappa
Baltimora - 21 Dicembre 1940; Los Angeles 4 Dicembre 1993.
Facente parte di quella generazione d'oro, nata intorno agli anni '40 e cresciuta alla fne della Guerra, che cambiò per sempre la scena musicale  e produsse i migliori capolavori del Secolo. Lui che in piena giovinezza visse le folgoranti sperimentazioni artistiche, musicali e tecniche degli anni '60 e come altri, vivendo con la stessa velocità si spense troppo presto a soli 53 anni.
Nato da padre siciliano, al secolo Francesco Zappa (Francis) di Partinico, ingegnere in perenne viaggio per l'America con la moglie e il piccolo Frank a seguito.
Nella sua vita scopre presto la passione per la musica. In questo video lo si può vedere, per esempio, in un'emblematica  prima "esibizione" televisiva nel Steve Allen Show, consistente nel suonare una bicicletta (sic!).
Fonda però presto il gruppo Mothers (poi chiamato Mother of Invetion) nel 1964, ottenendo il primo contratto un anno dopo, per dare alle stampe nel 1966 il primo album Freak Out!  (Nella foto).
Uno dei primi Concept Album della storia, riuscì a rivoluzionare il mondo del Rock. Si dice (gli stessi Beatles lo ammisero in un'intervista) che abbia influenzato e ispirato , nelle intenzioni e nella composizione,  niente di meno che lo storico Sgt.Peppers dei Beatles che uscì l'anno seguente, nel 1967.
Si trattava di un vero e proprio ritratto della società americana degli anni '60, dei suoi squilibri e agitazioni contro i tabù e i poteri costituiti. Quando uscì ebbe maggiori fortune in Europa che in America. Uno dei migliori 500 album di sempre secondo Rolling Stones (il primo è proprio Sgt.Peppers dei Beatles).
Negli anni seguenti dà alla luce e realizza numerose produzioni anche da solista,  collaborando con vari artisti -  alcuni dei quali avranno in seguito una fulgida carriera musicale (vedi il chitarrista Steve Vai) -.  Non solo si rivela musicista poliedrico e colto, immettendosi nella realizzazione di brani classici e di ardite sperimentazioni tecniche, ma si lancia in altri campi artistici, come la cinematografia (ma mi sento fortemente di dire che i risultati migliori non si riscontrano nelle sue pellicole).

lunedì 28 ottobre 2013

Lou Reed: una playlist

Ieri, come molti di voi avranno saputo dai vari giornali e gli status di facebook, è scomparso uno dei più importanti artisti e protagonisti della scena musicale del secolo passato.

La notizia è arrivata inaspettata (un po' come tutta la sua vita), anche se la stampa aveva già pronti i suoi coccodrilli: "una vita passata tra rock, auto-distruzione, alcool e droghe", che è stata messa in musica e ha espresso veri capolavori.

Se ne è andato all'improvviso, dicevo, un po' come ha vissuto, senza riflettori puntati su di lui come star ben più famose. Ieri, una Domenica Mattina,  ne ha dato la notizia per prima Rolling Stones. L'ultima che si aveva sulla sua vita era la notizia di un  trapianto di fegato circa sei mesi fa, e tutto è stato ricollegato, fatalmente, alla sua figura. Un rocker maledetto e ormai attempato , che tutto sommato è riuscito ad arrivare alla soglia dei 71 anni.

Da quando ha iniziato a calcare le scene la sua musica ha rivelato molte più cose di lui che giornali scandalistici e gossip. E' riuscito a coniugare musica e introspezione, il rock alla malinconia e all'inquietudine del vivere quotidiano. Prima sotto l'ala protettrice dell'Underground NewYorkese e del mecenate Andy Warhol e poi da solo, continuando imperterrito con la sua musica, anticipando il Punk e la New Wave. Il suo sguardo allucinato delle sue composizioni,  l'integrazione paranoica tra arte e individuo costituisce un lascito fondamentale per tutta la scena musicale e artistica a venire.

Per conoscere la sua storia si può già leggere molto su internet e molto verrà sicuramente ancora scritto.
Intanto "allucinatevi" con un paio di canzoni, di quelle che ritengo migliori, più rappresentative e che, più importante di tutto, più mi piacciono.

Dal primo album storico dei Velvet Underground & Nico, anno 1967, con la famosa copertina della banana, disegnata da Andy Warhol:
      Sunday morning

giovedì 29 agosto 2013

Inquinamento: c'è anche quello acustico! Effetti del rumore e tutela della salute. Caso Messina

L'inquinamento acustico è causato da un'eccessiva esposizione a suoni e rumori di elevata intensità. Questo può avvenire in città e in ambienti naturali. La legge n. 447/1995 art. 2 fornisce la definizione di inquinamento acustico: “l'introduzione di rumore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell'ambiente abitativo o dell'ambiente esterno o tale da interferire con le normali funzioni degli ambienti stessi”.


Messina, come sappiamo soffre da tempo dei mali dovuti all'eccessivo traffico urbano e all'attraversamento di mezzi pesanti. Da anni, il Comune, a norma della legge sopra richiamata, effettua rilevazioni di monitoraggio ambientale (costante) del rumore derivante dal traffico veicolare (e pubblicamente visibile sul sito del comune http://mobilitamessina.it/monitoraggio-ambientale), dal cui rapporto annuale ne emerge l'uso, fatto dall'Amministrazione, di mera misurazione dei livelli di traffico veicolare.
LEGGI su TEMPOSTRETTO.IT: http://www.tempostretto.it/news/tutela-salute-tir-citt-non-solo-pericoli-inquinamento-ambientale-acustico.html

domenica 14 luglio 2013

Ultimo giorno della Fiesta di San Fermin a Pamplona

I tipici pupazzetti che hanno contribuito a rendere la Fiesta più edulcorata e commerciabile.



Come un aspirante Hemingway del nuovo millennio ho deciso ieri di compiere un viaggio per assistere alla famosa "corsa dei tori" che si svolge nei giorni della festa di San Fermin, a Pamplona.

Il viaggio, in realtà, consiste in pratica ad alzarmi presto questa mattina (le corse iniziano con il famoso encierro la mattina intorno alle 8.00, ora italiana). E i mezzi consistono in una diretta della televisione rtve, il che elimina i fastidiosi inconvenienti della presenza e del costante pericolo fisico (niente male eh?)


Il 14 Luglio si concludono così gli otto giorni di festa che iniziano tutti con l'encierro, quando i tori, accompagnati dai corridori a piedi, raggiungono di corsa la plaza de toros, l'arena, dove saranno più tardi matati nella più classica e tradizionale delle corride spagnole.

L'encierro di ieri, 13 Luglio, è stato caratterizzato dai consueti incidenti. Corridori incornati, inciampati e finiti calpestati.
Un numero di incidenti che si è notevolmente ingrossato con l'aumento dei corridori partecipanti ogni anno alla festa e la presenza costante di un alto tasso alcolemico, nonostante i divieti di partecipare all'encierro da ubriachi. Ma ieri, si è verificato un incidente particolare: all'ingresso dell'Arena si è formato un vero e proprio tappo di gente, che è finita una sopra l'altra causando 23 feriti, di cui uno grave. Tutti gli intervistati, nel parlare della giornata di ieri, non facevano altro che ripetere quanto fosse particolarmente affollato il percorso dell'encierro.

La diretta televisiva inizia la mattina presto con il racconto delle giornate precedenti, le interviste agli esperti, proprio come prima di un importante evento sportivo.
All'approssimarsi della partenza dei tori dal loro recinto, qualche centinaio di metri prima del Municipio di Pamplona, i corridori, coloro che partecipano all'encierro, correndo a fianco dei tori, intonano un canto al patrono di Navarra San Fermin, a cui è dedicata appunto la Fiesta, pregando e augurandosi che nessuno si faccia male nell'encierro che sta per incominciare.

Il tutto alla fine è durato poco meno di  tre minuti, senza particolari interruzioni o imprevisti. Solo una ragazza è stata colpita in maniera piuttosto violenta e ha preoccupato i medici presenti sul tracciato dell'encierro.

Alla fine, con un po' di tristezza, ma pieni d'orgoglio, i telecronisti inquadrano gli operai che già smontano le barreras di legno lungo il percorso, e sulle note di mumford and sons, lanciano un video pacchianamente malinconico. Esta es Espana. Dal divano di un italiano pigro nella propria casa.

FOTO

mercoledì 12 giugno 2013

E ballottaggio sia! Regole per il voto e facsimile scheda.

Secondo le consuete norme (l.r 15 sett. 1997, n.35) non avendosi avuta la maggioranza assoluta dei voti validi per uno dei candidati sindaco, si procederà ad un secondo turno elettorale, appunto il ballottaggio, che avrà luogo la seconda domenica successiva a quella del primo, ovvero fra due settimane esatte, nei giorni successivi del 23 e 24 giugno.

I candidati ammessi, Calabrò e Accorinti, sono quelli che hanno ottenuto al primo turno il maggior numero dei voti validi , rispettivamente 40870 e 19540 ( il 49, 94% e il 23, 88 % dei voti validi)

Per fugare ogni dubbio sulle modalità di votazione ed espletamento del voto, ecco come sarà la scheda del ballottaggio:

Il nome e il cognome dei candidati sindaco sono scritti, come nella scheda del primo turno, entro i due riquadri rettangolari. La scelta del proprio candidato è da effettuarsi sbarrando l'apposito rettangolo.

Sotto i rispettivi rettangoli sono riprodotti i simboli delle liste collegate, che di norma hanno appoggiato il candidato al primo turno. I candidati, hanno tuttavia la facoltà, entro sette giorni dalla prima votazione, di dichiarare il collegamento con ulteriori liste rispetto a quelle che comparivano a fianco nella scheda del primo turno. Quindi in teoria, il numero delle liste in appoggio del candidato potrebbe non essere quello del primo turno.

Quindi, ATTENZIONE: il voto si esprime esclusivamente tracciando un segno sul rettangolo entro il quale è scritto il nome del candidato prescelto. Non fatevi ingannare dai simboli delle liste nei cerchi, al di sotto del rettangolo. Al primo turno, è giunta notizia, che molti, per abitudine, disinformazione o semplice distrazione, abbiano sbarrato, anziché il rettangolo del sindaco, una delle liste ad esso collegate, spesso aggiungendo il nome con la matita. Questi errori sono emersi numerosi rispetto ad altre elezioni, per l'alto numero di persone che hanno voluto dare il voto disgiunto o hanno pensato che vigesse ancora il collegamento diretto  (trascinamento) della lista al candidato sindaco. Non vi era, quindi, e non vi è da aggiungere nulla, men che meno ora:  basta sbarrare il rettangolo del proprio candidato con la matita.


Questa volta non sarà necessario per nessuno dei candidati raggiungere alcuna soglia per averla vinta: basterà semplicemente ottenere un voto in più dell'avversario. 
Abbiamo visto quanto una manciata di voti siano stati determinanti per determinare il turno di ballottaggio.
Nella difficile, ma non impossibile, evenienza di una parità di voti, verrà proclamato il candidato sindaco collegato con la coalizione che ha ottenuto più voti al primo turno per il Consiglio comunale. Per il candidato Calabrò quindi, anche un difficile pareggio darebbe sicuramente la vittoria (le liste di Calabrò hanno ottenuto 82519 voti contro i 10338 voti di quella d'Accorinti): motivo in più per Accorinti per dedicarsi anima e corpo alla difficile rimonta ed ottenere anche un voto in più dell'avversario. Qualche voto in più, come nel primo turno, potrebbe essere decisivo. Soprattutto sottolineando quanto la coalizione di Calabrò non sia riuscita a far votare compatta il proprio candidato a tutti quelli che hanno sostenuto le sue liste in consiglio comunale o al quartiere. Al contrario, il candidato Accorinti è riuscito a ottenere voti trasversalmente come sindaco, (grazie al voto disgiunto) molto più di quanti siano andati alla sua lista al Consiglio. C'è la speranza per lui, che il suo nome raccolga consensi indipendentemente dal numero di amicizie al Consiglio comunale e delle tante liste che hanno appoggiato (almeno nominalmente) solo uno dei candidati.

12/06/2013